Il burro è davvero così grasso?

Il burro è davvero così grasso?

Quando si parla di burro si pensa subito alle calorie e ai grassi contenuti al suo interno. Il burro è davvero così grasso?

Ecco tutto quello che c’è da sapere sul burro. Nel nuovo video di Occhio alla Spesa vi do’ tanti consigli utili per gustare il burro in tutta serenità, anche se si è a dieta o si sta seguendo un regime alimentare controllato.

 

Che cos’è e come si fa il burro?

 

Il burro è uno dei prodotti alimentari più utilizzati in cucina e in pasticceria per la preparazione di gustosi piatti. È un alimento che deriva dal latte, e si ottiene dalla lavorazione della crema di latte, cioè dalla panna.

Il burro rappresenta uno dei primi alimenti ad essere stato creato con l’utilizzo del latte. Infatti, sono emerse delle testimonianze risalenti al 1500 a.C. che ne dimostrano il suo utilizzo ed i primi popoli ad utilizzarlo sono stati gli indiani e, successivamente, i Romani, i Greci, gli Arabi e tanti alti. Non solo in cucina, il burro veniva impiegato anche per altri scopi come ad esempio per proteggere navi, alimentare lampade e per preparazioni beauty. Solo dopo il Medioevo, il burro iniziò ad essere inserito all’interno di preparazioni culinarie, diventando, così, uno dei prodotti più consumati dalle popolazioni.

Dal XIX secolo, il burro iniziò a essere prodotto a livello industriale grazie all’invenzione del separatore con il quale, con l’aiuto della forza centrifuga, riuscì, in modo meccanico, a scremare il latte. Prima di tale data, il burro era prodotto esclusivamente in casa.

In alcune cucine, soprattutto quelle del nord Italia e del nord Europa, il burro è un alimento base di molti piatti, tanto da esserci una vera e propria “cultura del burro“.

È un alimento ricco di grassi, circa l’85%, composto da piccole quantità di acqua che lo rendono più morbido. In commercio ne esistono di diverse tipologie, tra quelle più utilizzate sono a base di latte di capra o di pecora.

L’aroma del burro cambia in base alla fermentazione o la salagione. Il suo colore tipico giallo, invece, deriva da ciò che l’animale ha mangiato. Una curiosità: se la mucca, infatti, mangiasse erba in estate e fieno in inverno, scoprireste che il burro estivo si presenta di un colore più giallo-arancione rispetto a quello invernale.

Affinché il burro non perda la sua bontà e le sue sostanze nutritive, è importante conservarlo, fin dalla sua conservazione, al freddo.

Le varie tipologie in commercio di burro si differenziano, principalmente, per la quantità di grassi contenuti al suo interno:

  • classico con l’82%,
  • medio con l’82-85% di grassi,
  • leggero a ridotto tenore di grassi con il 60-62%,
  • leggero a basso tenore di grassi con solo il 39-41% di grassi.

Inoltre, è possibile acquistare anche il burro a ridotto tenore di colesterolo, ideale per chi non vuole rinunciare alla buona cucina ma deve stare attento al colesterolo.

Meglio burro o margarina?

Sono in molti a porsi spesso questa domanda. Ciò da tenere sempre a mente è che un eccesso di grassi saturi (contenuti nel burro) e di acidi grassi idrogenati (contenuti nella margarina) aumenta il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.

Ma quale tra le due risulta essere più nociva per la salute? Limitarli entrambi sarebbe la scelta migliore ma, se proprio non potete farne a meno, preferite il burro.

Questo perché:

  • la margarina è un grasso che non esiste in natura, è un derivato di un mix di oli vegetali lavorati tramite processi chimici industriali. Molto speso, per la sua realizzazione, vengono utilizzati degli oli di bassa qualità, come l’olio di palma, che vengono resi solito attraverso processi chimici.
  • Con il processo di idrogenazione, vengono alterati alcuni acidi grassi negli oli e ciò provoca ripercussioni negative sulla salute cardiovascolare.
  • Una margarina ricca di acidi grassi trans aumenta il colesterolo cattivo, e al contempo, diminuisce quello buono, con effetti altamente deleteri sulla nostra salute.

Quindi, a detta ciò, dovendo scegliere tra burro e margarina è meglio preferire il primo, ovviamente facendo attenzione alle quantità, qualità e provenienza.

Brand citati: Lurpak 

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